Profanazione dell’Ostia Consacrata

Ostia sulla mano

Ostia sulla mano

La Comunione sulla mano corrisponde a un preciso piano predisposto dai nemici di Cristo e della sua Chiesa.
Il periodico francese «Vers demain» rivelando, nel 1970, un piano massonico, dava la seguente informazione: “Esistono tre fasi del piano massonico:

1) si deve riuscire con tutti i mezzi a far sì che nella Chiesa Cattolica si riceva la Santa Comunione in piedi;
2) si deve arrivare a fare in modo che l’Ostia sia data in mano ai comunicandi, per far sparire lentamente la fede e la devozione ed arrivare, così, all’ultima tappa;
3) i credenti in tal modo vengono portati a credere che l’Eucaristia sia solo un pezzo di pane, un simbolo della Cena e, in definitiva, un simbolo della comune fratellanza mondiale» (cfr. rivista Chiesa viva – novembre 1971).”

Con la Comunione sulla mano si va incontro a ogni sorta di abusi e di profanazioni.
Già dall’autunno del 1969 (da quando cioè si cominciò a concedere il permesso della Comunione sulla mano) i sacrilegi cominciarono a moltiplicarsi.
Qualche esempio, tra i tanti, documentati e riportati dalla menzionata rivista Chiesa viva – novembre 1971: “In una trattoria, un giovane tagliuzzò un’Ostia con un paio di forbici, per constatare se ne uscisse del sangue, e poi la gettò nel gabinetto”.
Novembre 1969 – Togenburg – San Gallo. “Il parroco H. di S.B. ha confermato che un bambino aveva portato a casa un’Ostia e l’aveva data da mangiare al cane”.
“In Olanda, degli scolari avevano una fiorente raccolta di Ostie consacrate, che erano state ricevute abusivamente per mezzo della Comunione in mano.
Esse furono raccolte e inchiodate, come farfalle, ad una parete.
In questo modo se ne trovarono circa duecento.”
Sono fatti documentati e, chi volesse accertarsene, confronti la summenzionata rivista.
A queste testimonianze certe se ne potrebbero aggiungere innumerevoli altre, relativamente ai dieci anni intercorsi tra il 1970 e il 1980, quando cioè Papa Giovanni Paolo II lanciò un grido d’allarme: «Giungono voci su casi di deplorevoli mancanze di rispetto nei confronti delle Specie eucaristiche…» (Dominicae Cenae, N. II).
In questi ultimi anni, in alcune Chiese d’Italia, si sono verificati furti notturni di Ostie consacrate per usarle nelle Messe nere, che di recente stanno dilagando in modo impressionante.
Con la concessione della Comunione sulla mano, i ladri di particole consacrate non avranno più bisogno di compiere rischiosi furti notturni, perché le Ostie consacrate verranno a riceverle tranquillamente in mano dagli stessi Sacerdoti.
I malintenzionati approfittano dalla Comunione sulla mano e, fingendo di portarsi l’Ostia alla bocca, la fanno abilmente scivolare nella manica, nel taschino, nel fazzoletto o nella borsa, ecc… e poi vanno a venderla a loschi fattucchieri per i loro orribili intrugli, oppure ai membri di sette sataniche per le loro nefande liturgie delle messe nere.
Ciò risulta facilitato dal fatto che il Sacerdote, occupato a distribuire la Comunione ad altri, non può aspettare, specialmente quando i comunicandi sono molti, che il fedele, restando alla sua presenza come è prescritto, si porti l’Ostia in bocca.
Quindi al Sacerdote manca il tempo necessario per osservare dove va a finire l’Ostia consacrata.
Gli stessi pii fedeli, attenti alla loro comunione, non baderanno a quella degli altri e quindi i malintenzionati vengono facilitati nell’asportazione dell’Ostia.
Tutto questo non è frutto di fantasia, ma sono fatti accertati, documentati.
Quel che si è verificato all’estero, si va ripetendo anche in Italia, presa di mira dai nemici di Cristo quale centro del mondo cattolico.
A Roma le profanazioni si vanno moltiplicando.
Sono state trovate Ostie gettate sui banchi, sui gradini d’ingresso… Non passa settimana che in San Pietro non si debba rincorrere qualcuno che si porta via l’Ostia come souvenir…; dopo le grandi Messe solenni celebrate sul sagrato, sogliono trovarsi, sul selciato della piazza, numerose particole, intere o frantumate, finite sotto i piedi della folla.
Riportiamo in sintesi quanto segue dalla rivista Il segno del soprannaturale, febbraio-marzo 1990.
«Succede anche in Italia ciò che è successo e continua a succedere in tante altre nazioni: ricevere le Ostie consacrate sulla mano, trafugarle e andarle a vendere a un prezzo che oscilla dalle cinquanta alle centomila lire, ai Centri massonici che hanno organizzato una fitta rete di raccolta di particole consacrate per distribuirle ai gruppi satanici, che le adoperano nei riti delle messe nere».
Non è possibile accennare a quello che si fa in queste messe nere perché, come ho già accennato nei capitoli precedenti e a tale riguardo, è troppo osceno, troppo nefando e satanico.
Le Ostie consacrate vengono profanate nel modo più obbrobrioso al canto di inni a Satana, come per esempio: «Salve vincitore dell’infame Cristo. Onore e gloria al nostro salvatore Satana».
Tutto questo è un fatto tristissimo che purtroppo avveniva con molta frequenza in tante diocesi d’Italia già prima che entrasse in vigore il permesso della Comunione sulla mano.
I sopra accennati centri massonici, che da parecchio tempo hanno organizzato una fitta rete di raccolta e distribuzione di particole consacrate (rubate o ricevute sulla mano, perché in certe diocesi italiane è già da anni che si dà la Comunione sulla mano), sono molti.
Con certezza possiamo fare i nomi dei centri di Catania, Messina, Siracusa, Reggio Calabria, Taranto, Bari (2 centri), Napoli (5 c.), Roma (26 c.), Firenze (2 c.), Arezzo (7 e.), Terni (6 c.), Pisa (8 c.), Genova (12 c.), Milano (23 c.), Torino (17 c.), Brescia (15 c.), Verona (32 c.), Bassano del Grappa (14 c.), Vicenza (13 c.), Bologna (4 c.), Ferrara (3 c.), Padova (9 c.), Venezia (4 c.), Pordenone (15 c.), Udine (4 c.), Trieste (12 c.).
Come si vede, è una mappa tristissima!
E non è affatto completa!
E non sono nominati certi paesi di provincia!
Ma è tutta una rete fittissima che aumenta ogni giorno.
I gruppi satanici che praticano i riti delle messe nere, in Italia sono molti.
Nel solo Triveneto operano oltre trecento, sostenuti da circa settecento gruppi di magia nera e pagati profumatamente dai maestri venerabili di logge massoniche.
Nelle altre regioni italiane non sono da meno: si pensi alla Lombardia con centro Varese e Gallarate; al Piemonte con Torino e Pinerolo; alla Liguria con Genova e Imperia; all’Emilia Romagna con oltre cinquecento gruppi satanici operanti soprattutto nei paesi poveri dell’Appennino.
Se poi diamo uno sguardo a tutte le altre regioni fino alla Sicilia, bisogna dire che in Europa l’Italia è divenuta peggiore della Francia, dell’Inghilterra, della Scozia.
E allora cosa concludere pastoralmente parlando?
E allora quali precauzioni prendere perché il tesoro della Chiesa – Cristo Eucaristico – resti veramente il tesoro preziosissimo e unico da preservare dalle tante profanazioni odierne?
E quali precauzioni prendere prima di tutto contro quei sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli fedifraghi che partecipano e collaborano vivamente (con la Comunione sulla mano) a questo traffico diabolico di profanazione?
Ci pensino bene coloro cui spetta ed hanno la responsabilità.
La smettano di far finta di non credere a tristissime verità quotidiane!
Dopo quanto detto proviamo allora a fare una sintesi e perché preferire sempre la Comunione sulla lingua…

La Comunione sulla lingua

È stata, per molti secoli, scelta e adottata dalla Chiesa per evitare gli inconvenienti verificatisi nei primi tempi del Cristianesimo con la Comunione sulla mano.
Evita la caduta a terra e la dispersione dei frammenti, in ciascuno dei quali c’è Gesù Cristo, come la Chiesa ha definito nel Concilio di Trento.
Previene efficacemente il pericolo della profanazione dell’Ostia Santa.
Vivifica la fede nella presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata.
Rende la distribuzione della Comunione molto facile e sbrigativa.
Quanto all’igiene dà massima garanzia.
È la forma che la Chiesa raccomanda perché del tutto conveniente e vuole che si conservi.

La Comunione sulla mano

Da tantissimo tempo era stata abolita per i tanti inconvenienti che si verificavano con essa.
Favorisce necessariamente la caduta a terra dei frammenti e la loro dispersione.
Favorisce e facilita la profanazione dell’Ostia consacrata in tanti modi, specialmente con le messe nere in onore a Satana.
Affievolisce e, col tempo, fa scomparire la fede nella reale presenza di Gesù Cristo nell’Ostia consacrata, riducendola a semplice pane, a semplice simbolo, figura del corpo di Cristo.
L’osservanza delle condizioni, imposte dalla C.E.I. per poter ricevere la Comunione sulla mano, che obbliga tanto i Sacerdoti quanto i fedeli, rende la distribuzione della Comunione più complicata e molto lunga.
Quanto all’igiene non dà tanta garanzia.
è la forma che la Chiesa non comanda, non raccomanda, ma soltanto permette, dispiace a dirlo, per accontentare il capriccio di certi fedeli nel voler seguire certe novità nefaste.

Con la concessione del permesso della Comunione sulla mano, c’è il serio pericolo che la Comunione sulla lingua, del tutto conveniente, come afferma la Chiesa, a poco a poco andrà in disuso. Già si sa di un Vescovo del nord Italia, il quale ha invitato i suoi preti a dare a tutti i fedeli la Comunione soltanto sulla mano per evitare confusioni.
E a Roma?
Tanti parroci e Sacerdoti, ribelli alle disposizioni della Chiesa, impongono ai fedeli la Comunione sulla mano.
Un esempio: la rivista Il sabato del 13 gennaio 1990, a pag. 4, riporta un articolo di una persona che si sottoscrive: «Vorrei segnalare un episodio increscioso verificatosi nella mia parrocchia – San Clemente ai Prati Fiscali a Roma – il 3 dicembre scorso. Al momento della comunione dei fedeli una signora si presenta di fronte al parroco aprendo la bocca e cercando di ricevere l’Ostia sulla lingua.
Ha fatto così per tutta la vita e, pur informata dei cambiamenti introdotti dalla C.E.I, non se la sente di ricevere l’Eucaristia nelle mani.
Il parroco, innervosito, la redarguisce pesantemente imponendole di aprire le mani e di sottostare al nuovo rito.
La signora, sia pur a malincuore, cede.
Nella fila io vengo dietro di lei.
Chiedo anch’io di avere l’Ostia sulla lingua perché il nuovo modo di ricevere la Comunione non è obbligatorio ma facoltativo.
Il sacerdote allora mi mostra con disprezzo ai fedeli vicini e mi intima: “Apra le mani”.
Infine, data la mia insistenza, mi mette l’Ostia in bocca con un gesto violento, continuando a rimproverarmi.
Brevissimo commento: questo episodio di “leninismo ecclesiastico” non è isolato, purtroppo… a qualcuno è stato dato del preconciliare e lefevriano, non solo perché riceve la Santa Comunione sulla lingua, ma anche perché s’inginocchia durante la Consacrazione e per ricevere, alla fine della Messa, la benedizione che Dio dà attraverso il sacerdote!»
Ancora a Roma: – Una signora domanda al parroco come si regolerà nel fare la Prima Comunione ai fanciulli.
Il sacerdote risponde subito che, impaurendoli con lo spauracchio di contrarre 1’Aids con la saliva, farà loro la comunione sulle mani.
Di conseguenza avverrà in breve tempo che chi vorrebbe ricevere l’Ostia sulla lingua si vedrà discriminato come arretrato e tradizionalista, perciò si adatterà anche lui all’uso della Comunione sulla mano.
Ed allora, contrariamente alla volontà della Chiesa, resterà in uso un solo modo di distribuzione dell’Eucaristia: il peggiore, violando così la libertà di chi, per ottime ragioni, vorrebbe continuare a ricevere l’Ostia Santa sulla lingua, ma che non avrà il coraggio di chiederlo per non apparire ridicolo e superato.
Ed allora i buoni cristiani, per non cadere in tanta calamità e per non collaborare alla moltiplicazione dei gravi inconvenienti accennati – specialmente la caduta a terra dei frammenti, la profanazione dell’Ostia Santa e il progressivo affievolimento e perdita della fede nella presenza reale di Gesù Eucaristico – devono preferire sempre e con coraggio la Comunione sulla lingua.
Termino questo argomento ricordando a tutti ciò che si legge al n. 237 su «Principi e norme per l’uso del Messale Romano»:
«Ogni volta che qualche frammento di Ostia rimane attaccato alle dita, soprattutto dopo la frazione o dopo la comunione dei fedeli, il sacerdote asperge le dita sulla patena, oppure, se necessario, lava le dita stesse.
Così pure raccoglie eventuali frammenti fuori della patena».
E i fedeli?
Dove finiranno i frammenti che restano sulle loro dita?