Ora Santa Bene e Male di Don Giuseppe Tomaselli

Vittoria di Cristo

Vittoria di Cristo

1. – Fine della vita

Vi ho creato e vi ho redento per amore. Vi è data la vita terrena per conoscermi, amarmi, servirmi e prepararvi una vita eterna felice.

I Cristiani di oggi, nonostante le tante prediche sentite ed i consigli ricevuti dai miei Ministri, non ne vogliono sapere che sono al mondo soltanto per questo fine e fanno a gara per far contento il demonio, nemico delle anime.

Oh, se ci fosse un tantino di fede in più, come il mondo cambierebbe aspetto! Che dolore per il mio Cuore!

O anime, che volete seguirmi, sappiate che senza la fede è impossibile piacere a me e salvarmi!

Convincetevi che io sono dappertutto, che so tutto e che vedo tutto, persino i minimi pensieri; quindi controllatevi spesso, per non darmi il minimo dispiacere.

Amatemi con tutto il cuore! Il vero amore consiste in questo: vigilare attentamente sopra di sé e controllarsi mattina, mezzogiorno e sera. Quante sono le anime che fanno ciò? Pochissime!… Il controllo dell’anima di oggi è: se si è divertita poco o molto, se ha goduto poco o molto in quel tale divertimento e quali piaceri può ancora procurarsi. Che pena per il mio Cuore!

Uomini e donne, nella maggioranza, si sono dimenticati della mia divina presenza e peccano apertamente. Tutto ciò mi rattrista sempre più e se ancora non ho mandato i castighi all’umanità pervertita e scandalosa, è perché la Vergine Madre mi trattiene. Pensateci seriamente!

Beato chi mi ama! Io sono la perla dell’amore. Fortunato chi mi trova e non mi lascia!

Cerco l’amore puro! Ah, se sapeste quanto soffre il mio Cuore a vedere l’amore di tante anime languido, freddo e senza vita!…

Chi agisce per me con amore puro, non solo non si preoccupa per nulla che lo sappiano gli altri, ma quasi vorrebbe, se fosse possibile, che non lo sapessi neppure io e se io non lo dovessi sapere mai, quest’anima non cesserebbe di rendermi gli stessi servizi. Cosi mi amava la Vergine Madre, quando ero su questa terra.

Pensare a me, pensare alla salvezza dell’anima vostra fare ogni giorno e praticare dei propositi. Il proposito più bello é quello di piacere a me in tutto.

Voi fate di tanto in tanto qualche proposito; è già cosa virtuosa e che mostra buona volontà; ma se il proposito non si mette in pratica, a nulla giova. Quante volontà si dimostrano fiacche e non sanno produrre che semplici fiori, non giungendo alla maturità dei frutti e, se qualche frutto producono, spesso questo è bacato!

In molte anime l’intelletto si dimostra miope, sì da non apprezzare la bellezza della costanza, l’ammirazione che essa suscita nei beni celesti, i bei premi riservati alle sue belle vittorie, le predilezioni e le grazie che merita…

E’ vero che tale pratica costa. Ma c’è in proporzione la mia grazia ed il mio aiuto costante; c’è l’incomparabile beatitudine promessa proprio allo sforzo; c’è l’esperienza che dice che la difficoltà diminuisce man mano che l’abito buono si forma e si rafforza. Quando la virtù passa in seconda natura, lo sforzo si sente poco o nulla.

E poi, nel lavorio spirituale, perché fissarsi proprio sulle difficoltà, invece di mirare ai vantaggi ed innamorarsene? In questo affare della salvezza dell’anima e del suo perfezionamento bisogna fare come con le medicine amare: chiudere gli occhi e mandarle giù!

Chi vuole progredire nelle virtù, è necessario che faccia o rinnovi ogni giorno qualche proposito.

Per coltivare l’amore forte e costante verso di me, vostro Dio, dovete approfondire la conoscenza della mia grandezza e della mia infinita maestà, unitamente a quella del Padre Celeste.

Dio… grande, onnipotente, eterno, immenso, santo, giusto, degno di ogni adorazione!

Gli Angeli, le Dominazioni, le Potestà e tutti gli Spiriti Celesti, confusi della infinita ineguaglianza che passa tra ciò che a Dio è dovuto e quello che essi possono offrirgli, uniscono le loro lodi, le loro adorazioni, i loro omaggi all’omaggio che io presento di continuo al Padre, in qualità di Uomo-Dio. L’unica Vittima, degna della grandezza di Dio, sono io, il Redentore; l’unico culto che risponde alla Maestà di Dio, è il culto infinito che tributo io, Verbo Incarnato; e solo dall’amore mio e dall’adorabile mio Cuore, Dio Padre può essere degnamente amato nella sua bellezza e nella sua bontà. Insomma, l’Eterno Padre, conoscendosi ed amandosi, procura a se stesso una gloria intrinseca veramente infinita; in me, suo Figlio Eterno, e per mezzo mio, riceve una gloria estrinseca ugualmente infinita.

Se è incapace la Corte Celeste a tributare alla Divinità i dovuti omaggi, voi povere creature, quando avrete fatto tutto il possibile e sofferto tutti i martiri per il vostro Dio, dovrete sempre confondervi, umiliarvi e considerarvi come servi inutili e meravigliarvi che un Dio si degni di volgere lo sguardo sulla bassezza dei suoi servi.

Oh, quante meraviglie vi attendono nella beata eternità! Quante cose comprenderete, quando sarete compenetrati dalla luce della mia gloria!

Pensate sovente alla Patria Celeste! Fate di tutto per raggiungere il fine della vostra creazione!

– Pater, Ave, Gloria
– Una lode

2. – Bontà e Giustizia

Sono il Dio di bontà! La terra è tutta ricolma di belle prove della mia misericordia. Tuttavia non potete giungere a ben conoscerla, se non alla scuola di me Crocifisso.

L’Angelo pecca ed il suo castigo è eterno; l’uomo pecca ed è riscattato. Dio è oltraggiato da un verme della terra e Dio si abbassa sino a chiedere a quel verme di dargli la sua amicizia; e per ottenerla, scende dal trono della sua gloria in una mangiatoia e finisce la vita, per quel verme, morendo sul legno della Croce. Questo io ho fatto per l’uomo e, come dice l’Apostolo Paolo, facendomi maledizione ho cancellato con il mio Sangue la sentenza di morte portata contro il colpevole.

Quale prodigio di misericordia! Qual motivo di meraviglia, di confidenza, di gratitudine e di amore!

Oh! Chi è capace di ammirare altra cosa fuori di questo mistero di misericordia e di amore, conviene dire che non l’ha mai meditato!

Abbiate confidenza! Io, Dio, mi sono sottoposto alla morte per un peccatore. Non vi ho forse già dato anticipatamente ogni cosa nella disposizione del mio Cuore?

Abbiate gratitudine ed amore! Non mi presento a voi come quel Dio, quel Padrone che comanda di amarlo tra i lampi e i tuoni, come sul Sinai; ma mi presento come Dio amabile, che per eccesso di amore mi son fatto vostro Fratello e vi domando il cuore per la mia Croce, per le mie Piaghe, per ogni stilla dei mio Sangue, per la mia morte!

Ma se sono Dio di bontà, sono anche Dio di giustizia! Tante anime di questo mondo desiderano sapere quanto sia terribile la mia giustizia. Ascoltatemi!

Non portatevi sull’orlo dell’inferno, per comprendere in qualche modo la divina giustizia, ma inginocchiatevi a piè della Croce e guardatemi Crocifisso! Chi mai soffre nel luogo dei tormenti, nell’inferno? Sono peccatori ingrati, che mille volte hanno resistito ribellandosi a me e che si sono ostinati nella loro perfidia sino alla morte. Perciò non sorprendetevi che la mia giustizia li punisca! Contemplate piuttosto me, che soffro sulla Croce, … io, il Giusto, il Santo per eccellenza, l’Unigenito di Dio Padre, l’Oggetto Necessario delle sue compiacenze e del suo amore! Eppure, prendo sopra di me le vostre iniquità. Il Padre mio si muta con me, Figlio suo, in giusto giudice e mi flagella senza pietà e senza compassione; nei consigli della sua giustizia ordina e stabilisce ciascuna delle circostanze della mia Passione; mi tratta come se io fossi il peccato medesimo.

Oh, terribile Santità di un Dio! Oh, prodigio incomparabile della più formidabile giustizia! Se il legno verde è trattato con tanto rigore, cosa sarà del legno secco? Se l’innocente, l’Uomo-Dio, non trova compatimento in un Padre che lo ama di amore infinito, cosa sarà dello schiavo colpevole?

Oh, accecamento! Oh, stoltezza del peccatore che non si cura della giustizia divina!

Voi forse non comprendete come si possa essere condannati al fuoco eterno per un solo peccato grave, commesso in un istante. Ravvivate la vostra fede, credendo fermamente che Colui che vedete confitto in Croce, è veramente Dio!

Ai piedi del vostro Dio Crocifisso meditate queste tre verità:

l. – Il peccato, benché duri anche un momento solo, è l’unica causa della Passione e morte di un Dio.

2. – Questo peccato rinnova gli obbrobri e la morte di un Dio.

3. – Questo peccato annienta la Croce e la morte di un Dio, in chi lo commette.

Ciò posto, comprendete la proporzione che si trova tra il peccato, la Passione di un Dio e l’inferno.

La mia Passione è la riparazione del peccato; l’inferno ne è la punizione.

Se nelle tentazioni si pensasse ai rigori della m a giustizia, chi oserebbe cedere alle insidie di Satana?… Chi resterebbe un giorno, un’ora o un solo istante in peccato mortale?

Il peccatore, ad ogni colpi. grave, ritorna a crocifiggermi!

v’indignate considerando la perfidia dei Giudei, che m’inchiodarono sulla Croce. Quando voi commettete il peccato mortale, imitate i Giudei. Prima di piegare la volontà al male e dire: Sì, voglio peccare! – fatevi questa proposta, tenendo presente l’immagine di me Crocifisso: Oserei con un coltello trapassare il Cuore del mio Dio pendente in Croce?

Se inorridite davanti a tale decisione, come non inorridite davanti al grave peccato, che ha lo stesso effetto? Proponete di volere piuttosto morire che peccare! Ed intanto riparate le vostre colpe e quelle del mondo!

– Pater, Ave, Gloria
– Una lode

3. – Il peccato veniale

Quando gli Apostoli mi chiesero in che modo dovessero pregare, insegnai il Pater Noster…, preghiera semplice, sintetica, efficace. Dovrebbero essere ben ponderate tutte e singole le richieste che si fanno al Padre Celeste.

«E non c’indurre in tentazione!»

La vita dell’uomo sulla terra è un combattimento; è indispensabile l’aiuto della mia grazia per resistere allo spirito del mondo, agli attacchi di Satana ed al diletto velenoso della carne. Il mio aiuto è dato a chi prega ed ha buona volontà di vincere le tentazioni.

Ma quale aiuto può sperare chi cerca le occasioni e si pone volontariamente nel pericolo di peccare? Come possono dirmi tante anime: « E non c’indurre in tentazione! » – quando esse con tanta leggerezza si espongono ai pericoli? Esporsi è già un male.

Guai a chi dà scandalo e guai anche a coloro che sono motivo di tentazione ad altre anime, con l’esempio o con il consiglio!

Di quanta responsabilità caricano la coscienza coloro che oggi, per amore del denaro, rovinano le anime da me redente, apprestando dei divertimenti illeciti!… Un film cattivo a quante tentazioni si presta! La moda indecente a quanti sguardi e desideri cattivi dà origine! Un libro, un giornale, un’immagine… messi in circolazione, a quanti incauti presentano il veleno! Un discorso, una mezza frase equivoca… a quante anime rapiscono la pace e la mia grazia!

A queste terribili verità non pensa oggi il mondo! E domanderò conto a chi fa il male, a chi vi coopera in qualunque modo e a chi, dovendo e potendo impedire il male, non se ne dà pensiero.

La mia divina giustizia non lascia impunita colpa alcuna, o in questa vita o nel Purgatorio o nell’inferno.

Finalmente bisogna comprendere anche la malizia del peccato veniale, poiché, se per calmare la divina giustizia e per riparare l’ingiuria fatta al Padre Celeste con il peccato mortale, io dovetti soffrire, spargere il Sangue e morire in Croce, fu anche necessario che io fossi umiliato ed oltraggiato, per cancellare degnamente e con una proporzionata soddisfazione il peccato veniale.

Beata l’anima che comprende questa verità e perciò teme quello che deve unicamente temere in questa vita e preferire la morte al minimo peccato volontario!

Una mano sulla coscienza: Quanti doveri, supponendoli piccoli, o trascurati del tutto, o strapazzati per dissipazione, per fretta, per lentezza, o per accidia! Quanto bene fatto per forza, o per farsi vedere, o più per passione larvata che non per virtù, od anche imprudentemente, fuori di tempo e di luogo, di testa propria, chiuso l’orecchio ai consigli di savi o di superiori!

E quante cose fuori di posto nei pensieri (…vanità, frivolezze, fantasie poco sane, orgoglio…) – nelle parole (…maldicenze, bugie, motteggi, chiacchiere oziose, scatti irosi o impazienti…) nelle opere (…curiosità arrischiate, libertà che danno rimorso, rispetti umani, amicizie incaute, mollezza soverchia…) nel portamento (…smania di comparire, abbigliamento poco corretto, civetterie…)!

Che conti da saldare con la divina giustizia!

Anche il peccato veniale, a suo modo, ferisce il mio Cuore, aliena la divina bontà e le sue grazie, contrista la Vergine Santissima e l’Angelo Custode e rende meno graditi alla Corte Celeste.

Di più, specialmente se è mancanza, pienamente avvertita, peggio se abitudine, produce nell’anima una piaga da cauterizzarsi, o qui col fuoco della penitenza, o di là col fuoco del Purgatorio.

Il peccato veniale, con il suo moltiplicarsi, sfibra le forze spirituali, prepara lo gravi cadute, toglie la voglia del bene ed avvia alla mondanità, all’accecamento, alla perdizione, per non dire del vespaio di noie, di tedi e di rimorsi che desta!

Anime amanti di perfezione, correte ai ripari! Eccovi i rimedi: La preghiera al mio Cuore Eucaristico, offerta per le mani della Madonna, per averne i convenienti soccorsi alla vostra debolezza.

Giova assai vivere alla mia presenza, pensando che io tutto vedo e noto e pondero e metto in conto per premiarvi o per punirvi. Pensate spesso alle fiamme del Purgatorio, tanto terribili, eppure tanto dimenticate, fiamme che ci sono anche per voi, per ogni venialità che portaste all’altra vita e proporzionate alla sua entità.

Fate col massimo impegno i vostri esami quotidiani di coscienza, specialmente l’esame particolare, e fate con frutto le vostre Confessioni Sacramentali.

Moltiplicate le opere meritorie, tanto efficaci a cancellare i peccati veniali. Vivete intensamente la vostra Consacrazione al mio Divin Cuore ed al Cuore Sacratissimo di Maria, poiché ho promesso che così i tiepidi diverranno fervorosi.

Evitate con ogni impegno le piccole infedeltà e conservate verso di me una grande delicatezza; in tal modo aumenterà in voi il mio amore.

A me piacciono le delicatezze, perché l’amore si alimenta con piccoli atti delicati. Per riparare le vostre infedeltà, servitevi di questo segreto di perfezione: Siete caduti in un’impazienza? Riparate con due atti di mansuetudine… Avete ceduto all’orgoglio? Riparate con due atti di umiltà… Avete mancato di carità? Compite due atti di carità…

Fatto il male, rimediate subito, col pentimento ed emettendo un atto di amore e dì umiltà. Lo strappo fatto al mio amore deve essere risarcito al più presto. Ciò che si toglie alla mia gloria con il peccato veniale, si deve dare raddoppiato e possibilmente centuplicato!

– Pater, Ave, Gloria
– Una lode

4. – Il prezzo dell’anima

I filosofi hanno studiato profondamente il modo di, dare all’uomo una giusta idea di se stesso. Gli uni, colpiti unicamente dai tratti di nobiltà che l’uomo conserva persino nella sua degradazione, ne hanno fatto il più magnifico ritratto, coi colori più vivi. Altri all’opposto hanno fatto dell’uomo una pittura odiosa e perciò più somigliante al vero; le sue miserie sono dipinte con i più tristi e più tetri colori.

Ma né gli uni né gli altri scoprirono con verità tanto la nobiltà come la miseria dell’uomo.

L’uomo si può solo conoscere alla scuola di me Crocifisso.

Quando le anime seriamente pensano ai piedi della mia Croce, allora imparano che l’uomo venne di nuovo concepito sul Calvario e generato nel mio Sangue e che in conseguenza di tale gloriosa rigenerazione, l’uomo fu adottato nella famiglia della SS. Trinità: divenne il figlio di Dio Padre, il fratello di me Figlio di Dio ed il tempio vivente ed animato dello Spirito Santo, poiché per la grazia è consorte della natura divina.

Non vi fu che la potenza e la misericordia mia infinita che abbia potuto innalzare la vostra cenere ed il fango, di cui siete formati, ad una gloria altrettanto vera quanto sublime.

Alla scuola della Croce s’impara che l’uomo, precipitato per il peccato dal colmo della sua elevazione, esiliato dal Cielo, sua vera patria, separato da Dio, sua felicità necessaria, non trovava né scampo né aiuto, né in sé medesimo, né negli Angeli, né in veruna creatura; la mano divina solamente poteva risanare le piaghe profonde, cagionate dalla prima caduta. Nei decreti dell’Eterna Sapienza non rimaneva altro rimedio se non il mio Sangue, Sangue dell’Uomo-Dio.

La pietà cristiana consiste in gran parte nella scienza della sua miseria e della grandezza dell’uomo: della sua miseria, perché sappiate disprezzare voi stessi e vivere nei sentimenti di sincera umiltà; della sua grandezza e della sua nobiltà, onde non vi degradiate con la bassezza delle vostre passioni.

L’anima, per conservare la sua nobiltà e formarsi a tutte le virtù più sublimi, deve studiare attentamente me e la mia Croce. La Croce è la cattedra dalla quale ammaestro il mondo. La terra è coperta di tanti mali, perché non si medita e non si studia seriamente la mia Passione.

Cercate un direttore, per avere consigli conformi ai bisogni interiori dell’anima vostra? Lo troverete in me Crocifisso! Io sono una manna, nascosta a molti, ma che alla persona spirituale presento ogni diletto.

La rimembranza dei vostri peccati vi opprime forse di spavento? Ecco una voce segreta che vi dice: State in pace; il mio Sangue cancellerà ogni iniquità! –

Sei, o anima, insensibile al rimorso delle tue colpe? Guardandomi morente in Croce, udirai nel tuo interiore questo rimprovero, che ti umilia e ti commuove: Le tue colpe mi costano tutto il mio Sangue ed a te non costano neppure una lacrima!… Il mio Sangue ha infranto le porte dell’inferno e non ha potuto ancora spezzare il duro tuo cuore!

Nel tempo della tentazione io ti grido: Entra nel mio Cuore per la Piaga del mio Costato e sarai in luogo sicuro! – Nelle persecuzioni il tuo cuore si trova vacillante? Contemplami in Croce ed osserva come sono stato trattato io! Il discepolo non può essere trattato meglio del Maestro!

Nelle ripugnanze e nelle battaglie della carne contro lo spirito, la vista di me Crocifisso ti richiamerà alla memoria il modo con cui ho combattuto contro il peccato e ti rafforzerà a resistere!

Nelle desolazioni ed aridità interiori, quando l’anima tua, trovandosi senza gusto per le cose spirituali e priva di devozione, interroga te stessa e dice: Dov’è il tuo Dio? – osservami nell’estremo della mia agonia, abbandonato da tutti, anche dal Padre mio Celeste!…

La tua somiglianza col Capo dei predestinati, col tuo Redentore, ti conforterà, o anima, e t’incoraggerà a sopportare le prove che vorrò ancora mandarti! Quanti vantaggi per l’anima, che sa ricorrere in ogni bisogno a me Crocifisso ed ascolta le sublimi lezioni, che porgo con tanto amore!…

Anime riparatrici, avete ascoltato dal mio Tabernacolo la lezione sul fine della vostra vita terrena. Prendete ora due risoluzioni: fare penitenza e pregare!

Fate penitenza!… Per tante anime è parola dura!… E gli spasimi del Purgatorio non saranno peggiori? Si dice: Chi rompe, paga! – I vostri peccati dovrete pure pagarli! E pagarli di là, nel fuoco del Purgatorio e chi sa per quanto tempo, sarà orribile e senza merito; mentre potete pagarli di qua, con nuovo merito e con relativamente pochissimo e brevissimo travaglio.

Inoltre, con la penitenza si evitano nuove cadute e quindi nuovi debiti; si rafforza la tempra della volontà contro gli ostacoli della virtù; si ottengono facilmente più abbondanti grazie, essendo la penitenza, a suo modo, come una supplica, non di parole, ma di opere, per propiziarsi la divina misericordia. E non avete tante grazie da ottenere e di tanta importanza, oltre ai tanti debiti da pagare? Il fare penitenza è cosa facile, quando c’è la buona volontà.

La penitenza interna è alla portata di tutti: mortificare la curiosità, la lingua, l’impazienza, la vanità, l’amor proprio nelle cento sue forme… dapprima nelle cose vietate o comandate, poi anche nelle cose lecite.

Si tratta ancora di prendere con rassegnazione dalle mie mani ogni cosa, anche meno piacevole, sopportando tutto in pace per amore mio e per risconto dei peccati.

Nella penitenza esterna, quanti modi agevolissimi si trovano, senza dare all’occhio ad alcuno e senza ricorrere ai cilizi o macerazioni straordinarie: mortificazioni di gola, privazioni di piccole comodità, di piccole soddisfazioni, di svaghi…

Certe anime dicono Per scontare i peccati bastano le indulgenze! – E’ vero che le indulgenze fanno scontare, ma non sanano l’anima dalle sue ferite, né vi sgravano dalla pena di quei peccati che sono ancora nell’anima, perché ve ne rimane l’affetto; inoltre le indulgenze non sono sempre lucrate infallibilmente da gente immortificata, che non si sa come ne adempia le condizioni. Viceversa la penitenza, oltre ad espiare le colpe, estirpa man mano i vizi, tronca ogni affetto al peccato e, se vi si aggiungono le indulgenze a colmare le facili lacune, queste indulgenze sono acquistate infallibilmente con tutta facilità.

Alla penitenza unite la preghiera!

Se volete partire da questo Altare con l’anima piena di gioia, risolvete di pregare spesso e con devozione. Ricordate l’abitudine della mia Serva, S. Geltrude. Vedendo il Sacerdote che infondeva l’incenso nel turibolo, ella prendeva le sue aspirazioni e le sue preghiere e le gettava nel mio Cuore Eucaristico, vero turibolo, ricco di fuoco divino, dove le vostre adorazioni divengono tanto simili a granelli d’incenso, che il Padre Celeste più non distingue l’omaggio di me, suo Figlio, e l’umile vostro omaggio. L’uno e l’altro si elevano al trono dell’Altissimo in unica nube!…

Cuore di Gesù, fiamma ardente di carità, abbiate pietà di noi!

– Pater, Ave, Gloria
– Una lode