Triduo a San Francesco di Paola

San Francesco da Paola

San Francesco da Paola

Da ripetersi dal 30 marzo all’1 aprile

I

O miracolo di santità, glorioso padre San Francesco di Paola, chi Voi non conosce, chi Voi non venera, non conosce il padre e il consolatore degli uomini.
Frutto più della grazia che della natura, Voi appariste al mondo quasi un angelo di conforto e di vita ai miseri figli di Adamo; non contento di avere, vivendo, inondata la terra di tante beneficenze, Voi dopo cinque secoli, seguite e tergete il pianto di chi fervidamente vi invoca.
Deh! Adunque per amor di quel Dio, che fu un giorno la meta dei vostri palpiti, delle vostre mortificazioni, ed ora è la cagione fortunata della vostra felicità, deh! Mi consolate pienamente nelle mie tribolazioni.
Voglio questa grazia, o Francesco e benché vostro indegno figlio l’aspetto. Pronta dalle vostre mani.

Pater, Ave e Gloria

II

O fulgido sole di carità, glorioso padre San Francesco di Paola, se si potessero rievocar dalla tomba tutti coloro che furono l’oggetto delle vostre miserazioni e dei vostri prodigi, somiglierebbero in qualche modo alle stelle del firmamento.
Deh! Qual v’ha parte del Cristianesimo, quale città, quale paese, che non risuoni dei vostri favori, che non esalti le vostre grandezze? Anch’io dunque, bisognoso dei vostri auspici, vi umilio una supplica, e ne voglio pronto l’esaudimento.
Ne voglio l’esaudimento per amor di quel Gesù Crocifisso, del quale partecipaste sì larghe le santificatrici influenze e ne ritraeste sì vivamente l’immagine.
Deh! Non sia mai vero, che mentre tanti senza numero vi riconoscono e benedicono quel dolce benefattore, io solo abbia ad angosciare di vantaggio nei disastri e nelle tribolazioni.

Pater, Ave e Gloria

III

O specchio di penitenza, o eroe dei secoli, o gran Taumaturgo di Paola, ogni passo che deste nel mondo, fu un prodigio di gloria, fu un lampo di consolazione ai mortali.
Anch’io, bersaglio di tanti castighi, vittima di tanti affanni cui provocarono i miei peccati, a voi ricorro umilmente per aver conforto e salvezza.
Deh! Parlate per me con Giuseppe e con Maria perché accolgono una volta i voti e le lacrime di un infelice. Essi a voi nulla negano, che foste sempre sì amato sì prediletto.
La grazia per tanto è nelle vostre mani; da voi dipende interamente ed io da voi ansiosamente l’attendo.

Pater, Ave e Gloria