Il Sacramento della Confermazione o Cresima

Gesù in ascolto

Gesù in ascolto

Il rito della confermazione o cresima è un sacramento della Chiesa cattolica che in Occidente si separa dal battesimo nel V secolo, esprime la discesa dello Spirito Santo sui credenti tramite l’imposizione delle mani da parte degli apostoli, nella chiesa primitiva, e che continua oggi ad essere pratica dal vescovo.

Il termine confermazione connota il fatto che i candidati confermano i loro voti e promesse battesimali fatti a nome loro dai loro genitori e padrini/madrine al momento del loro battesimo da neonati, ma storicamente il suo significato è più complesso di questo. Infatti, le parole confirmatio, confirmare, cominciarono ad essere usate nell’unzione post-battesimale, quando il vescovo impartiva il battesimo agli adulti.

Quindi veniva e viene tuttora eseguito subito dopo il battesimo agli adulti, e viene conferito come confermazione a chi fu battezzato da bambino, è naturale che il termine “confermazione” va anche ad intendere “rafforzamento”.

Origini del nome

Questo sacramento, all’inizio, non aveva un nome specifico, ma veniva identificato col rito stesso con cui veniva amministrato, ossia imposizione delle mani.

Per un certo periodo (III secolo) venne da alcuni identificato col termine greco «σφραγὶς» [sfraghìs], in latino signaculum o consignatio, ossia “sigillo”. Ci si riferiva con questo al segno di Cristo, impresso simbolicamente con l’olio sulla fronte del neofita all’atto della sua iniziazione alla fede, per indicare la “proprietà” di Cristo su quella persona (allo stesso modo in cui i soldati si imprimevano sulla fronte il segno del loro capo, e agli schiavi veniva impresso il sigillo del loro padrone).

A partire dal V secolo comincia a diventare comune l’uso del termine confirmatio (greco «βεβαίωσις» [bebàiōsis] , “confermazione”), sia nel senso di completamento, perfezionamento della grazia del Battesimo, sia nel senso di irrobustimento, fortificazione.

Infine il termine “cresima”, dal greco «χρὶσμα» [crìsma], “unto”, “olio”, entra in uso in tempi più tardi, e vuole esprimere sia il gesto dell’unzione, sia la materia con la quale è compiuta.